Ci sono conversazioni social che mi perseguitano. Ci inciampo continuamente. Forse è un nuovo trend che sta spopolando: disprezzare i bambini. A quanto pare nessuno li sopporta più: al ristorante, in spiaggia, sui mezzi di trasporto o persino al cinema durante la proiezione di un film d'animazione. Perché li avete portati a vedere Inside Out 2? Tanto non lo capiscono.
Condividere uno spazio pubblico con dei bambini è considerato una tortura. Cosa disturba gli odiatori di bambini? Un po’ tutto, perché sono proprio allergici all'infanzia e lo dichiarano con orgoglio, rivendicando la propria libertà di opinione. Scelgono preferibilmente luoghi child free, ma non si accontentano di questi spazi. Ca**o, ma sti bambini sono dappertutto.
Dove manifestano tanto odio gli odiatori di bambini? Sui social, naturalmente, in contenuti che spesso diventano virali, grazie ad algoritmi che premiano i contenuti più estremi e divisivi. Post e commenti pieni di insofferenza contribuiscono a polarizzare il dibattito sull'infanzia e a creare conversazioni tossiche. Non c’è neppure ironia, in questi contenuti. Li definirei serenamente violenti, per la naturalezza che li contraddistingue. Mi colpiscono soprattutto perché descrivono comportamenti normali dell'infanzia come vere e proprie aggressioni e minacce ad una sana e tranquilla esistenza adulta. Volevo solo stare in pace. Teneteveli a casa sti bambini, che fanno solo casino.
E allora mi sono fermata a riflettere: è solo la mia bolla social che sta marcendo o davvero l’Italia odia i bambini?
Io ne ho messi al mondo 4, e mi sento un po’ chiamata in causa ogni volta che l’odiatore di bambini esprime il proprio disprezzo universale. Credetemi, so bene cosa significhi gestire il caos. Io che amo l’ordine e il silenzio, sento spesso quella voce nella mia testa che ripete: Non disturbare! Ma poi che significa esattamente?
Questa estate, in spiaggia, il mio quattrenne ha preso di mira la coppia vicina di ombrellone. Dico letteralmente di mira: li spruzzava con la pistoletta ad acqua. Visibilmente a disagio, ho cercato di fermarlo, ma mi hanno pregata di lasciarlo fare: trovavano la cosa troppo divertente. L’uomo usava una tavoletta galleggiante come scudo.
Ho sorriso. Ma ho continuato a sentirmi a disagio.
Chiariamoci. Il mondo non deve certo amare incondizionatamente i miei figli. Non mi aspetto intrattenimento gratuito, aiuto o supporto dagli sconosciuti (non lo pretendo nemmeno da amici e parenti). Comprendo le ragioni di chi non desidera essere genitore o accudire i bambini, proprio perché conosco la fatica di essere madre.
Ma vorrei che fossero rispettati in quanto persone. Con i loro diritti, che non sono più piccoli. Non è bello intercettare sguardi di disapprovazione perché i miei figli osano esistere in pubblico mentre stanno crescendo. Mi spaventa questa intolleranza. Penso che abbia molte radici: una mancanza di esperienza diretta della genitorialità per chi non ha figli, una cultura del giudizio amplificata dai social, una generale mancanza di empatia.
Ci leggo anche una certa paura del cambiamento e una strana e per me inspiegabile nostalgia per un'educazione rigida e autoritaria. Stiamo provando a crescere questa generazione con un'attenzione maggiore ai bisogni emotivi. Il genitore medio, leggermente sotto pressione e in perenne ansia da prestazione, studia sette manuali di pedagogia e psicologia dello sviluppo prima ancora della nascita di un figlio. Ma questo, a quanto pare, non piace a chi preferiva i modelli educativi vecchio stampo.
L'Italia che non odia i bambini. Però ai miei tempi.
Se non odiano i bambini, odiano i genitori. I nostalgici rimpiangono il cucchiaio di legno, la ciabatta e i calci nel sedere. I manuali non servivano, bastavano le mani. Con due pizze si raddrizzavano subito, loro. La madre gliele dava a due a due finché non diventavano dispari, così ripassavano pure le tabelline.
I bambini moderni sono maleducati e ingestibili perché i genitori di oggi sono tutti distratti, troppo indulgenti e menefreghisti. Dagliele due sberle! Mio padre mi menava, ma sono venuto su benissimo.
Sicuro sicuro?
Attenzione a non confondere l’educazione con l’addestramento, il rispetto con l’obbedienza, l’amore con il permissivismo, l’autorità con la punizione, o peggio con la violenza.
I bambini di oggi non sono più maleducati. È che l’unico bambino accettabile è quello che non si vede e non si sente. Siamo proprio ossessionati dall'idea di questo bambino perfetto: silenzioso, ordinato, obbediente, sempre in riga. Un bambino che non disturba, che si adatta alle nostre esigenze e non intralcia i nostri bisogni. Un bambino accessorio, un mini size dell’adulto.
Se i bambini non sono programmati correttamente, fanno rumore, sporcano, interrompono i grandi quando parlano. E poi sono troppo vivaci. Ma anche troppo pigri. Troppo impegnati, ma così apatici!
In un mondo che premia l'efficienza, la produttività, l’individualismo e la perfezione, un bambino è un bug insopportabile.
E se la nostra irritabilità nei confronti dei bambini fosse dovuta al fatto che essi rappresentano tutto ciò che noi, nel corso della vita, abbiamo smesso di essere: imprevedibili, liberi e autentici?
Ad ogni modo, ci manca un po’ di lungimiranza. Ci sfugge che, se siamo intolleranti verso l'infanzia, siamo intolleranti verso la diversità, verso il cambiamento, verso tutto ciò che non corrisponde ad uno schema precostituito.
Un bambino che viene rimproverato per aver fatto rumore giocando, per aver messo in discussione una regola, per aver posto una domanda ovvia, per aver pianto o urlato per disagio, potrebbe imparare che i suoi bisogni e le sue emozioni non sono importanti. Smetterà di fare e farsi domande, imparerà a reprimere se stesso, a soddisfare solo le aspettative degli altri.
Da adulto forse diventerà un individuo aggressivo, frustrato, cinico e insensibile.
Oppure tristemente conformista, privo di creatività, incapace di rivendicare i propri diritti.
Ma ancora libero di odiare i bambini.
Sottoscrivo tristemente ogni parola.
Il paradosso è che questa deriva d odio avviene proprio oggi. Oggi che siamo tutti ecologisti, amanti degli animali, inclusivi, condanniamo ogni parola vagamente razzista, omofoba, misogina, siamo tutti per la body positivity, per il movimento lgbtq+… però i bambini che non hanno voce per rivendicare rispetto e attenzione… e che nessuna industria ha interesse a tutelare… quelli si, si possono odiare
L’ora dello spritz e tisanina serale … mio momento preferito ❤️